Nel corso degli anni il carcere di Cosenza si è rivelato capofila di una scelta di buon senso: quella di inserire nell’accesso ai vari posti di servizio del personale femminile in proporzione a quello maschile.
Le chiamano “quote rosa”, termine che a noi non piace, ma che nel tempo risulta avere preso il posto di quella necessaria parità di diritti e di trattamento che dovrebbe esserci in tutti i luoghi di lavoro.
Ci giunge voce che da riunioni carbonare fatte tra i sindacati si voglia concertare l’abolizione di detto criterio di civiltà. Precisiamo sin d’ora che un eventuale ritorno al passato come prospettato, ci vedrà protagonisti di una battaglia sindacale senza soluzione di continuità. I passi bisogna farli verso il futuro non verso il passato.

Si resta in attesa di urgente riscontro e si porgono distinti saluti.